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ORSA /// Attitudine Antifascista dalla Marsica
Contrastare il neofascismo si può!
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Ripubblichiamo molto volentieri questo intervento dal blog dell’assemblea antifascista permanente di Bologna.

Oggi «chiudere CasaPound»
vale anzitutto come metafora: vuol dire contrastare nella testa della
gente ogni spazio per idee nazionaliste e pratiche razziste e sessiste.
Vuol dire chiudere gli spazi di agibilità sociale e mentale per chi
predica e pratica, palesemente o meno, l’odio e l’intolleranza.

A Treviglio,
nella Bassa bergamasca, è bastato un volantinaggio per smascherare le
“chiacchiere” demagogiche dei neofascisti: «Circondati da digos e
carabinieri i fascisti hanno cercato di smerciare il loro pane, ma ogni
persona da loro avvicinata è stata informata della vera natura dei
“benefattori”: le reazioni sono andate dallo strappare il volantino di
CasaPound e mangiare il pane alla faccia loro, alla restituzione con
tanto di lancio del sacchetto».



Ad Avezzano,
in Abruzzo, l’Orsa ha affisso volantini e uno striscione contro la
campagna demagogica per il «mutuo sociale» (chi fa fatica a pagare
l’affitto, non può certo permettersi di comprare una casa, anche con un
mutuo agevolato).

Giustamente Marginalia segnala l’ipocrita campagna neofascista Tempo di essere madri
che sta per transitare anche per Bologna e Parma. Un progetto di legge
populista (riduzione dell’orario di lavoro da 8 a 6 ore a parità di
salario per le «madri» italiane) che nemmeno tiene conto dell’effettiva
situazione dell’occupazione femminile in Italia e del ricatto – spesso
al femminile – del lavoro nero, del precariato, della flessibilità. Ed
esclude ovviamente le donne migranti… Senza parlare poi della galanteria dei picchiatori fascisti.

D’altronde, CasaPound pare totalmente in linea con i piani autoritari
del governo: promuovere aggregazioni giovanili finto-ribelli e
criminalizzare o chiudere ogni esperienza di centri sociali occupati o
autogestiti. Da Milano fino a Catania. Non a caso, a Roma lo stato regala ai neofascisti «non conformi» di CPI lo stabile ex Enel occupato due anni fa: l’operazione costa 600.000 euro

Contrastare il neofascismo si può, con l’azione sociale e la solidarietà di tutti gli oppressi!

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